RIABILITAZIONE POST STROKE
Si ottiene soprattutto con la riabilitazione che può riguardare gli aspetti di alterazione del movimento dovuti all’ictus, ma anche gli aspetti che riguardano le funzioni cognitive, in particolare l’attenzione e i disturbi del linguaggio. Nel nostro studio si mette a punto un piano di terapia personalizzato, adeguato alle esigenze del paziente. In presenza di disturbi della deglutizione, del linguaggio o di altri disturbi delle funzioni mentali superiori è consigliabile una terapia mirata (logopedia, riabilitazione neuro-psicologica); in presenza di disturbi della motilità è consigliata la fisioterapia.
Non è semplice riuscire a definire chiaramente una tempistica per la riabilitazione, perché spesso non è possibile prevedere di quale gravità sarà il deficit. La riabilitazione può quindi durare settimane, mesi o, in casi rari, anche più di un anno. Importante è che il paziente e i suoi congiunti abbiano pazienza e che gli esercizi siano svolti regolarmente. Miglioramenti delle funzioni colpite sono sempre possibili. Dopo un anno è comunque possibile che rimanga la necessità di cicli di riabilitazione cosiddetta di mantenimento per evitare che il malato perda i miglioramenti ottenuti.
Complicanze Psico-Cognitive
Disturbi ansiosi, dell’umore (depressione, in particolare), disturbi psicotici, labilità emotiva, apatia e decadimento generale delle funzioni cognitive (demenza post-ictus) possono essere osservati dopo un evento ictale. Queste complicanze, interferendo con la partecipazione attiva del paziente e con la sua capacità di apprendimento, ne possono fortemente condizionare il programma riabilitativo, compromettendo il recupero funzionale. È pertanto necessario che siano correttamente e tempestivamente indagati, diagnosticati e trattati allo scopo di ridurne gli effetti clinici negativi. Il problema del trattamento è un punto centrale, in quanto spesso tali disturbi o non sono trattati o non lo sono in modo adeguato. Va, infatti, ricordato che alcuni farmaci di uso comune nella gestione dei disturbi psichiatrici (neurolettici/ansiolitici) possono avere un’azione sfavorevole sul recupero funzionale e sui risultati riabilitativi, per cui dovrebbero essere utilizzati solo se assolutamente necessari.
Un episodio depressivo che insorga entro 6-12 mesi dopo un ictus è evento molto frequente. Si stima che un disturbo dell’umore clinicamente evidente si verifichi in circa un terzo dei sopravvissuti. La frequenza di depressione post-ictus è maggiore nei primi mesi dall'evento ictale e tende successivamente a ridursi, sia spontaneamente che per effetto delle terapie; tuttavia può anche cronicizzare, tanto che si può osservare in una percentuale rilevante dei casi (20-30%) anche a 3 anni dall’evento acuto. La depressione post-ictus è tuttora un disturbo largamente non trattato, anche se ormai esistono evidenze scientifiche che i farmaci antidepressivi possono essere utilizzati anche in pazienti con patologie organiche. In considerazione delle evidenze che il trattamento della depressione post-ictus è in grado di migliorare, oltre i sintomi depressivi, anche il recupero funzionale, si sottolinea l'importanza di un precoce trattamento della depressione stessa.
Scopi della Neuro riabilitazione dopo ictus riassunti nella tabella successiva
Conseguenze dell’ictus cerebrale | Obiettivi e attività della riabilitazione |
Paralisi di metà del corpo o del viso (emiparesi) | Migliorare
la mobilità
Imparare dei movimenti con cui compensare le paralisi Imparare a compiere esercizi con i mezzi ausiliari |
Difficoltà di deambulazione | Migliorare
la capacità di
camminare
Imparare a usare i deambulatori o la sedia a rotelle |
Disturbi del linguaggio (afasia, disartria, disfonia) Difficoltà di deambulazione | Migliorare
la capacità di
parlare e di comprendere
Imparare altre tecniche di comunicazione |
Disturbi della deglutizione | Trattare
i disturbi della
deglutizione affinché il paziente possa tornare a mangiare e bere
Adottare i mezzi che permettono di migliorare il disturbo della deglutizione e l’assunzione dei cibi |
Disturbi della sensibilità, ad esempio della percezione della temperatura o del senso del tatto | Migliorare
la percezione
Imparare a gestire i disturbi della sensibilità |
Disturbi della vista, per esempio diplopia (veder doppio) o disturbi del campo visivo (emianopsia) | Migliorare
la percezione
visiva
Imparare con l’esercizio a gestire i disturbi della vista |
Disturbi della vista, per esempio diplopia (veder doppio) o disturbi del campo visivo (emianopsia) | Migliorare
la percezione
Imparare con l’esercizio a gestire situazioni della vita quotidiana |
Aprassia (incapacità di compiere o effettuare correttamente dei gesti, in assenza di paralisi) Cambiamenti emozionali | Reimparare
passo a passo
attività della vita di tutti i giorni
Imparare a gestire i disturbi dovuti all’aprassia |
Cambiamenti emozionali | Trattare
le malattie
psichiche
Attivare consulenza psicologica |
Disturbi della memoria | Esercizi
per la memoria
Imparare a gestire i disturbi della memoria |