LA MALATTIA DI PARKINSON

La malattia di Parkinson può presentare nella sua progressione alcune alterazioni cognitive quali il rallentamento ideomotorio, disturbi a carico delle funzioni esecutive, disturbi di memoria, difficoltà nel reperimento dei nomi e disturbi visuo-spaziali. Dalla letteratura scientifica emerge che circa il 20-25% dei pazienti può sviluppare una forma di demenza.
Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che per contrastare queste difettualità cognitive esiste una metodologia basata sull’uso di esercizi cognitivi e tecniche comportamentali volte a migliorare il funzionamento cognitivo. La riabilitazione cognitiva, associata a corretti stili di vita (alimentazione, attività fisica) e a buone relazioni sociali, svolge un ruolo importante nel prevenire o rallentare lo sviluppo di forme di demenza e nel mantenere attiva ed autonoma la persona.

LA RIABILITAZIONE

La riabilitazione è un processo di cambiamento attivo attraverso il quale una persona con disabilità acquisisce e usa le conoscenze e le abilità necessarie per rendere ottimali le proprie funzioni fisiche, psicologiche e sociali. Nello specifico, la riabilitazione cognitiva (nota anche come riabilitazione neuropsicologica o stimolazione cognitiva o ginnastica mentale), consiste nell’esecuzione di esercizi volti alla riattivazione e stimolazione di specifiche funzioni cognitive, quali la memoria, il linguaggio, il ragionamento, l’attenzione, il calcolo, la pianificazione, ecc...

La riabilitazione cognitiva si avvale dell’utilizzo di tecniche individualizzate differenti, che variano a seconda del contesto e dell’individuo, e stimola non solo le funzioni cognitive, bensì anche quelle affettive e sociali. È così possibile in alcuni casi ottenere un miglioramento attivo non solo dello stato mentale ma anche dell’umore e del comportamento.